Cultura

Cresce l’economia verde. E ora il biologico ti mette su casa

Intervista a uno degli inventori di Sana. Sergio Rossi è direttore generale della kermesse che ha accompagnato il boom dei consumi naturali e che ora sbarca a Roma.

di Giampaolo Cerri

Loro il biologico lo conoscono bene. Sono Gastone e Sergio Rossi, padre e figlio, i patron di Sana la fiera del naturale che da quasi 14 anni scandisce la crescita dell?agricoltura senza pesticidi e non solo. L?edizione settembrina bolognese, che si tiene a metà settembre, con le sue 1.600 aziende e suoi 80mila visitatori, insidia ormai la leadership europea di Biofach, la grande kermesse tedesca. Quest?anno l?edizione meridionale, che si teneva a Napoli, si sposta a Roma (5-7 aprile). «Una logistica migliore, un vetrina per la politica e per i media, ma soprattutto la vicinanza a un grande bacino di operatori del Centro-Sud», spiega il direttore generale di Fiere e comunicazioni, Sergio Rossi. «Purtroppo il Mezzogiorno, pur essendo un grande produttore, fatica a far decollare i consumi».
Vita: Rossi, avete accompagnato un boom?
Sergio Rossi: Diciamo che l?abbiamo visto nascere. Nella prima edizione bolognese, del 1988, avevamo appena una settantina di espositori: non occupavano neppure un intero padiglione.
Vita: Oggi, a Bologna, ci vuole la cartina per visitare la fiera. Dunque, fu una scommessa.
Rossi: Personalissima. Alla fine degli anni 70 eravamo frequentatori del Girasole, storico negozio milanese della macrobiotica e del biologico, che era anche un formidabile centro culturale. Qui cominciammo a conoscere questa filosofia di consumo. E poiché ci occupavamo di fiere, pensammo di tentare di costruire una manifestazione che desse visibilità a questo mondo : che impatto ci poteva essere sulla gente e sull?ambiente se rimaneva un fenomeno di nicchia?
Vita: Quale fu il peso del vostro lavoro?
Rossi: Catalizzammo il movimento. Nel 1988 questo piccolo mondo cominciò a parlarsi, a costruire insieme. Allora, la prevalenza era degli agricoltori, perché a quei tempi c?era Herbora a Verona, un grande raduno dove le medicine alternative e le erbe trionfavano. Prima che nascessimo noi, ovviamente. Comunque, abbiamo sempre lavorato nell?ottica movimentista. Andavamo anche noi al ministero a perorare la causa di questa agricoltura. Tant?è che io ci sono rimasto: faccio parte del Comitato per il biologico delle Politiche agricole. Ma vuol sapere qual è la soddisfazione maggiore di questi anni?
Vita: Mi dica?
Rossi: L?aver convinto moltissimi giovani che il biologico poteva essere una strada professionale ricca di soddisfazioni. Decine di imprenditori sono venuti a raccontarmelo: «Caro Rossi, ho cominciato nel biologico dopo aver visitato il Sana».
Vita: Con il regolamento europeo del ?91 arriva l?impennata?
Rossi: Certo, ma è diventata esponenziale, anche nei consumi, negli ultimi 5 anni, aiutata anche da questi tristi scandali agroalimentari che hanno aumentato la sensibilità delle persone. A ogni giro di Mucca pazza i visitatori sono cresciuti.
Vita: C?è qualche aree espositiva che deve ancora crescere?
Rossi: La bioarchitettura e la bioedilizia hanno un potenziale di crescita molto grande anche se ha bisogno di tempi lunghi: il settore edile è ancora timido ma la tendenza, da parte della domanda, è crescente.
Vita: Dove va il biologico? Qualcuno pensa che nel medio periodo la fine dei sostegni europei dovrebbe portare a una caduta decisa del numero delle aziende.
Rossi: Smetterà chi ha prodotto solo foraggio bio per prendere i contribuiti comunitari, tanto per fare un esempio. Ma la domanda a mio avviso non conoscerà flessioni, anzi.
Vita: La sfida qual è? Aumentare la penetrazione nei supermercati? Curare di più il dettaglio?
Rossi: È migliorare i canali. Tutti. C?è una questione di maggiore economicità e di più facile approvvigionamento per la quale è importante la grande distribuzione. C?è una ragione di veicolazione della cultura del biologico, che rende i negozi fondamentali. Le due realtà crescono insieme.

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